Sommario. Tra il Settecento e l’Ottocento la traduzione acquista in Germania un significato collettivo, nazionale. Tale atteggiamento risente della corrente di pensiero sull’anima popolare in voga tra gli idealisti romantici e rinvia a sua volta al verdeutschen (“germanizzare”) di Lutero a cui è storicamente legata. Le teorie e gli studi linguistici di Wilhem von Humboldt diedero, in questo senso, una forte scossa all’ambiente culturale del suo tempo, confutando le tesi del razionalismo illuminista. Humboldt ipotizza una lingua con cui l’uomo crea il suo modo di guardare, di immaginare le cose. La parola non è un semplice segno che rimanda ad un concetto preesistente, poiché il linguaggio stesso “(...) ist das bildende Organ des Gedankens”. La traduzione riflette questo cambiamento di idee. Essa non è più un'operazione che vuole dimostrare l'identità ultima degli uomini, ma è una prova della loro irriducibile differenza. Una buona traduzione deve “acquisire per la lingua e lo spirito della nazione ciò ch’essa non possiede o possiede altrimenti”, poiché una lingua raggiunge la piena maturità se riesce a restituire senso e forza alle sue parole (un ritorno alla Natursprache), incorporando al tempo stesso nella sintassi il “modo di intendere” dell’altra. Abstract. Between the 18th and 19th Centuries the translation in Germany gained a collective national meaning. This attitude is influenced by the current of thought on popular soul trendy among romantic idealists and refers to, at its turn, the Luther’s “verdeutschen” to which it is historically linked. The linguistic theories and studies of Wilhem von Humboldt gave, in this context, a strong shake to the cultural environment of his period, confuting the thesis of the illuminist rationalism. Humboldt hypothesis is of a language where man creates his way of looking and imagining things. The word is not a simple sign which recalls a pre-existing concept, because language itself “(...) ist das bildende Organ des Gedankens”. The translation reflects this changes of thought, it is not anymore an action to demonstrate the identity of men but a proof of their irreducible difference.

"Tradurre o non tradurre”

FRANCESCONI, ARMANDO
2009-01-01

Abstract

Sommario. Tra il Settecento e l’Ottocento la traduzione acquista in Germania un significato collettivo, nazionale. Tale atteggiamento risente della corrente di pensiero sull’anima popolare in voga tra gli idealisti romantici e rinvia a sua volta al verdeutschen (“germanizzare”) di Lutero a cui è storicamente legata. Le teorie e gli studi linguistici di Wilhem von Humboldt diedero, in questo senso, una forte scossa all’ambiente culturale del suo tempo, confutando le tesi del razionalismo illuminista. Humboldt ipotizza una lingua con cui l’uomo crea il suo modo di guardare, di immaginare le cose. La parola non è un semplice segno che rimanda ad un concetto preesistente, poiché il linguaggio stesso “(...) ist das bildende Organ des Gedankens”. La traduzione riflette questo cambiamento di idee. Essa non è più un'operazione che vuole dimostrare l'identità ultima degli uomini, ma è una prova della loro irriducibile differenza. Una buona traduzione deve “acquisire per la lingua e lo spirito della nazione ciò ch’essa non possiede o possiede altrimenti”, poiché una lingua raggiunge la piena maturità se riesce a restituire senso e forza alle sue parole (un ritorno alla Natursprache), incorporando al tempo stesso nella sintassi il “modo di intendere” dell’altra. Abstract. Between the 18th and 19th Centuries the translation in Germany gained a collective national meaning. This attitude is influenced by the current of thought on popular soul trendy among romantic idealists and refers to, at its turn, the Luther’s “verdeutschen” to which it is historically linked. The linguistic theories and studies of Wilhem von Humboldt gave, in this context, a strong shake to the cultural environment of his period, confuting the thesis of the illuminist rationalism. Humboldt hypothesis is of a language where man creates his way of looking and imagining things. The word is not a simple sign which recalls a pre-existing concept, because language itself “(...) ist das bildende Organ des Gedankens”. The translation reflects this changes of thought, it is not anymore an action to demonstrate the identity of men but a proof of their irreducible difference.
2009
Nazionale
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