Attraverso l’analisi iconografica (ma anche stilistica e conservativa) della cosiddetta Madonna del Voto (Museo di Visso, MC), tradizionalmente attribuita a Paolo da Visso, un pittore attivo nel XV secolo sulla dorsale appenninica umbro-marchigiana, l’articolo cerca di analizzare il funzionamento della simbologia della freccia, presente in numerose opere realizzate in Italia a seguito di crisi pestilenziali. Nel dipinto le saette, scagliate da un Cristo adirato per i peccati dell’uomo, si infrangono su una tenda aperta che ospita una Pietà, cioè una Madonna lacrimosa che tiene sulle ginocchia il suo figlio esanime, effigiato col braccio cadente. Alcune irregolarità rispetto alla tradizionale iconografia fissata dal gonfalone con la Madonna della Misericordia, come ad esempio la presenza della tenda, della Pietà, di due tabelle con una singolare preghiera in volgare, rivolta alla Vergine, possono essere comunque spiegate alla luce di quella che potremmo definire la “cultura della peste”. Quest’ultima è interpretata nel saggio mediante le categorie antropologiche offerte da Ernesto De Martino: la peste è una situazione destabilizzante, che provoca “crisi della presenza”, cui l’uomo risponde organizzando in maniera “logica” e controllabile un evento che altrimenti sarebbe incontrollabile.

Un dipinto "contra pestem" di Paolo da Visso. “Crisi della presenza” e simbologia della freccia nella pittura italiana del XV secollo

CAPRIOTTI, GIUSEPPE
2010-01-01

Abstract

Attraverso l’analisi iconografica (ma anche stilistica e conservativa) della cosiddetta Madonna del Voto (Museo di Visso, MC), tradizionalmente attribuita a Paolo da Visso, un pittore attivo nel XV secolo sulla dorsale appenninica umbro-marchigiana, l’articolo cerca di analizzare il funzionamento della simbologia della freccia, presente in numerose opere realizzate in Italia a seguito di crisi pestilenziali. Nel dipinto le saette, scagliate da un Cristo adirato per i peccati dell’uomo, si infrangono su una tenda aperta che ospita una Pietà, cioè una Madonna lacrimosa che tiene sulle ginocchia il suo figlio esanime, effigiato col braccio cadente. Alcune irregolarità rispetto alla tradizionale iconografia fissata dal gonfalone con la Madonna della Misericordia, come ad esempio la presenza della tenda, della Pietà, di due tabelle con una singolare preghiera in volgare, rivolta alla Vergine, possono essere comunque spiegate alla luce di quella che potremmo definire la “cultura della peste”. Quest’ultima è interpretata nel saggio mediante le categorie antropologiche offerte da Ernesto De Martino: la peste è una situazione destabilizzante, che provoca “crisi della presenza”, cui l’uomo risponde organizzando in maniera “logica” e controllabile un evento che altrimenti sarebbe incontrollabile.
2010
Internazionale
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