Negli ultimi anni, gli Stati occidentali hanno assistito ad una profonda accelerazione delle loro economie e ad un miglioramento generalizzato del tenore di vita delle loro popolazioni. Tale aumento del livello economico medio dei paesi del “nord del mondo” ha portato al superamento definitivo delle problematiche di approvvigionamento alimentare che nel passato avevano interessato tali società. E’ oramai un dato acquisito, infatti, ritenere le questioni di sicurezza alimentare in tali Stati, non più come una questione di deficienza nutrizionale per insufficiente alimentazione, ma più che altro un problema di salubrità e alto livello qualitativo dei prodotti consumati. Ossia, con un fenomeno a “lente d’ingrandimento” l’attenzione dei consumatori si è venuta concentrando dalle questioni attinenti alla generale food security a quelle proprie di una sola sua componente, la food safety. Tale cambiamento di visuale si è concretizzato in un generalizzato “bisogno di salubrità” che ha dato origine ad un mercato di prodotti di qualità in cui la purezza e l’igiene dell’alimento diventano caratteristiche determinanti ed irrinunciabili nella formazione del consenso negli acquisti. Nei singoli Stati, però, tale “bisogno di salubrità” non ha la medesima incidenza e le medesime manifestazioni, ma si presenta con connotazioni diverse secondo la particolare sensibilità dei legislatori statali chiamati a farsene interpreti, dove la cultura, la tradizione, le origini e le scelte politico-economiche alla base del singolo sistema, ne influenzano l’espressione e il peso. Così, ad esempio, il legislatore comunitario è venuto costruendo un sistema di food safety che non solo limita la libera circolazione degli alimenti e dei mangimi nei casi di insicurezza alimentare conclamata, ma, amplificando la portata del “bisogno di salubrità” con il principio di precauzione, interviene sul mercato anche in ipotesi di “dubbio non smentito” di salubrità, dove l’incertezza impedisce la libera circolazione delle merci e la commercializzazione è consentita solo a prodotti a “salubrità piena”. Approccio diverso, invece, appare essere quello del legislatore statunitense, le cui scelte nella food safety Law sembrerebbero aver risentito di quella ideologia liberale che caratterizza l’intero sistema nord americano di un mercato privo di costrizioni “ingiustificate”. Una scelta interpretativa, questa, rilevabile nella disciplina di regolamentazione dell’intera filiera alimentare americana, “dal forcone alla forchetta”, comprensiva anche della produzione, circolazione e utilizzazione dei mangimi. L’articolo ricostruisce ed interpreta il sistema di food safety in vigore negli Stati Uniti d’America, analizzandone i diversi aspetti nella produzione e commercializzazione dei prodotti della terra, degli alimenti processati, dei mangimi e delle carni, per giungere poi ad analizzare i cambiamenti interni delle regole di settore rispetto alle dinamiche internazionali e al mercato mondiale. Ed invero, se generalmente, in una visione macroeconomica del mercato, la domanda governa l’offerta, la lenta globalizzazione porta i produttori a conformare le proprie produzioni ad uno standard qualitativo, minimo comune denominatore di livelli globalmente condivisi, che assicuri l’assorbimento dei prodotti da parte di ogni mercato e i singoli ordinamenti giuridici, tutti gli ordinamenti, siano essi locali o centrali, sono costretti a farsi interpreti di tali esigenze adeguando la proprie discipline per garantire l’interconnessione tra sistemi e mercati. Anche gli stessi Stati Uniti, secondo la ricostruzione offerta nell’articolo, sono oggi obbligati a confrontarsi con i differenti approcci mondiali, mitigando le differenze per garantire il commercio dei propri prodotti, facendosi interpreti, non più solo degli interessi della propria collettività, ma anche di quelli esterni delle collettività terze che incidono sui primi come naturale osmosi per interconnessione, come se le dinamiche internazionali e i mercati mondiali si presentassero alla stregua di un secondo livello di formazione del sistema legislativo interno ai singoli ordinamenti; non già regole imposte da organi internazionali cui il singolo ordinamento partecipa e se ne fa promotore, ma interessi propri di una o più collettività terze che l’esigenza economica di conquista porta all’attenzione del legislatore nazionale per farsene interprete e promotore.

Tutela della salute, mercato interno e dinamiche internazionali: le regole della food safety negli Stati Uniti d’America

BENOZZO, MATTEO
2006-01-01

Abstract

Negli ultimi anni, gli Stati occidentali hanno assistito ad una profonda accelerazione delle loro economie e ad un miglioramento generalizzato del tenore di vita delle loro popolazioni. Tale aumento del livello economico medio dei paesi del “nord del mondo” ha portato al superamento definitivo delle problematiche di approvvigionamento alimentare che nel passato avevano interessato tali società. E’ oramai un dato acquisito, infatti, ritenere le questioni di sicurezza alimentare in tali Stati, non più come una questione di deficienza nutrizionale per insufficiente alimentazione, ma più che altro un problema di salubrità e alto livello qualitativo dei prodotti consumati. Ossia, con un fenomeno a “lente d’ingrandimento” l’attenzione dei consumatori si è venuta concentrando dalle questioni attinenti alla generale food security a quelle proprie di una sola sua componente, la food safety. Tale cambiamento di visuale si è concretizzato in un generalizzato “bisogno di salubrità” che ha dato origine ad un mercato di prodotti di qualità in cui la purezza e l’igiene dell’alimento diventano caratteristiche determinanti ed irrinunciabili nella formazione del consenso negli acquisti. Nei singoli Stati, però, tale “bisogno di salubrità” non ha la medesima incidenza e le medesime manifestazioni, ma si presenta con connotazioni diverse secondo la particolare sensibilità dei legislatori statali chiamati a farsene interpreti, dove la cultura, la tradizione, le origini e le scelte politico-economiche alla base del singolo sistema, ne influenzano l’espressione e il peso. Così, ad esempio, il legislatore comunitario è venuto costruendo un sistema di food safety che non solo limita la libera circolazione degli alimenti e dei mangimi nei casi di insicurezza alimentare conclamata, ma, amplificando la portata del “bisogno di salubrità” con il principio di precauzione, interviene sul mercato anche in ipotesi di “dubbio non smentito” di salubrità, dove l’incertezza impedisce la libera circolazione delle merci e la commercializzazione è consentita solo a prodotti a “salubrità piena”. Approccio diverso, invece, appare essere quello del legislatore statunitense, le cui scelte nella food safety Law sembrerebbero aver risentito di quella ideologia liberale che caratterizza l’intero sistema nord americano di un mercato privo di costrizioni “ingiustificate”. Una scelta interpretativa, questa, rilevabile nella disciplina di regolamentazione dell’intera filiera alimentare americana, “dal forcone alla forchetta”, comprensiva anche della produzione, circolazione e utilizzazione dei mangimi. L’articolo ricostruisce ed interpreta il sistema di food safety in vigore negli Stati Uniti d’America, analizzandone i diversi aspetti nella produzione e commercializzazione dei prodotti della terra, degli alimenti processati, dei mangimi e delle carni, per giungere poi ad analizzare i cambiamenti interni delle regole di settore rispetto alle dinamiche internazionali e al mercato mondiale. Ed invero, se generalmente, in una visione macroeconomica del mercato, la domanda governa l’offerta, la lenta globalizzazione porta i produttori a conformare le proprie produzioni ad uno standard qualitativo, minimo comune denominatore di livelli globalmente condivisi, che assicuri l’assorbimento dei prodotti da parte di ogni mercato e i singoli ordinamenti giuridici, tutti gli ordinamenti, siano essi locali o centrali, sono costretti a farsi interpreti di tali esigenze adeguando la proprie discipline per garantire l’interconnessione tra sistemi e mercati. Anche gli stessi Stati Uniti, secondo la ricostruzione offerta nell’articolo, sono oggi obbligati a confrontarsi con i differenti approcci mondiali, mitigando le differenze per garantire il commercio dei propri prodotti, facendosi interpreti, non più solo degli interessi della propria collettività, ma anche di quelli esterni delle collettività terze che incidono sui primi come naturale osmosi per interconnessione, come se le dinamiche internazionali e i mercati mondiali si presentassero alla stregua di un secondo livello di formazione del sistema legislativo interno ai singoli ordinamenti; non già regole imposte da organi internazionali cui il singolo ordinamento partecipa e se ne fa promotore, ma interessi propri di una o più collettività terze che l’esigenza economica di conquista porta all’attenzione del legislatore nazionale per farsene interprete e promotore.
2006
Nazionale
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
us food safety (contr.impr.Eur).pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 3.55 MB
Formato Adobe PDF
3.55 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/37707
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact