Nell’estate 1941 l’esperienza coloniale italiana in Africa Orientale iniziata nel lontano 1869 si concludeva con il drammatico e per certi aspetti inaspettato sfaldamento dell’Impero dell’Africa Orientale Italiana (AOI). La rapida e relativamente facile avanzata delle truppe britanniche ponevano così fine ad un progetto di colonizzazione che nella roboante retorica imperiale del fascismo era stato annunciato come destinato ad una vita millenaria. A quasi settanta anni dalla conclusione di questo importante e complesso processo storico la letteratura riguardante la storia del colonialismo italiano ha compiuto notevoli progressi pur accusando ancora un forte ritardo rispetto agli sviluppi storiografici relativi ad altre realtà coloniali resta ancora lacunosa, ed in forte ritardo rispetto agli sviluppi storiografici relativi ad altre realtà coloniali. In tale contesto di generale sviluppo storiografico, la storiografia relativa alle truppe coloniali italiane si caratterizza per il suo permanere in una posizione di relativa marginalità. Questo deficit storiografico, che si manifesta sia su di un piano quantitativo che qualitativo è ancora più degno di considerazione se si considera il massiccio impiego di truppe africane da parte delle forze armate italiane nel corso delle numerose campagne di espansione coloniale condotte in Africa Orientale e in Libia. Da un punto di vista quantitativo è infatti evidente l’esiguità del numero di pubblicazioni dedicate a questo argomento, mentre da un punto di vista qualitativo si riscontra una generale tendenza a privilegiare un approccio che segue il filone più classico della storia militare. Conseguentemente, mancano pressoché completamente studi approfonditi dei vari ambiti tematici di storia sociale politica tradizionalmente legati allo studio delle truppe coloniali, come ad esempio nell’ambito degli studi sulle truppe coloniali britanniche, francesi e tedesche. Persiste quindi una scarsa attenzione a tematiche quali l’impatto delle truppe coloniali sul processo di formazione di identità nazionali e sul manifestarsi di rivendicazioni nazionaliste; il ruolo svolto dalle truppe coloniali nella formazione di élite politiche e sociali ed il ruolo da esse svolto nella determinazione delle forme dell’organizzazione statuale post-coloniale e nella definizione degli equilibri di potere al loro interno. Analogamente scarso sviluppo hanno avuto finora studi dedicati allo studio della genesi del processo che ha portato al reclutamento di truppe coloniali, così come della filosofia sottesa all’uso di truppe africane. Infine un ultimo indirizzo di ricerca che a mio parere rimane in attesa di maggiore attenzione e quello dedicato allo studio dell’impatto avuto dal reclutamento nelle armate coloniali sulle dinamiche interne al mercato del lavoro nella società coloniale. Anche per quanto riguarda gli studi che rimangono nel filone più classico della storia militare, con poche eccezioni, continua a mancare lo sviluppo di una tradizione di studi dettagliati di corpi d’armata(Quirico, 2002). Tutte queste problematiche rimangono quindi tuttora scarsamente esplorate ed in attesa di essere sviluppate in una prospettiva storiografica di più ampio respiro che esuli dai limiti ristretti della retorica coloniale o del populismo terzomondista post-coloniale. Il presente contributo, da un lato si propone di individuare alcuni dei blocchi di natura metodologica e concettuale che hanno finora limitato gli studi sugli ascari eritrei e più in generale sulle truppe africane impiegate nell’esercito italiano e dall’altro intende evidenziare alcuni nuovi filoni di ricerca che si ritiene potrebbero arricchire notevolmente la conoscenza della storia del colonialismo italiano e dell’Eritrea.

Truppe coloniali e l'individuazione dell'African agency. Il caso degli ascari eritrei

CHELATI DIRAR, UOLDELUL
2007-01-01

Abstract

Nell’estate 1941 l’esperienza coloniale italiana in Africa Orientale iniziata nel lontano 1869 si concludeva con il drammatico e per certi aspetti inaspettato sfaldamento dell’Impero dell’Africa Orientale Italiana (AOI). La rapida e relativamente facile avanzata delle truppe britanniche ponevano così fine ad un progetto di colonizzazione che nella roboante retorica imperiale del fascismo era stato annunciato come destinato ad una vita millenaria. A quasi settanta anni dalla conclusione di questo importante e complesso processo storico la letteratura riguardante la storia del colonialismo italiano ha compiuto notevoli progressi pur accusando ancora un forte ritardo rispetto agli sviluppi storiografici relativi ad altre realtà coloniali resta ancora lacunosa, ed in forte ritardo rispetto agli sviluppi storiografici relativi ad altre realtà coloniali. In tale contesto di generale sviluppo storiografico, la storiografia relativa alle truppe coloniali italiane si caratterizza per il suo permanere in una posizione di relativa marginalità. Questo deficit storiografico, che si manifesta sia su di un piano quantitativo che qualitativo è ancora più degno di considerazione se si considera il massiccio impiego di truppe africane da parte delle forze armate italiane nel corso delle numerose campagne di espansione coloniale condotte in Africa Orientale e in Libia. Da un punto di vista quantitativo è infatti evidente l’esiguità del numero di pubblicazioni dedicate a questo argomento, mentre da un punto di vista qualitativo si riscontra una generale tendenza a privilegiare un approccio che segue il filone più classico della storia militare. Conseguentemente, mancano pressoché completamente studi approfonditi dei vari ambiti tematici di storia sociale politica tradizionalmente legati allo studio delle truppe coloniali, come ad esempio nell’ambito degli studi sulle truppe coloniali britanniche, francesi e tedesche. Persiste quindi una scarsa attenzione a tematiche quali l’impatto delle truppe coloniali sul processo di formazione di identità nazionali e sul manifestarsi di rivendicazioni nazionaliste; il ruolo svolto dalle truppe coloniali nella formazione di élite politiche e sociali ed il ruolo da esse svolto nella determinazione delle forme dell’organizzazione statuale post-coloniale e nella definizione degli equilibri di potere al loro interno. Analogamente scarso sviluppo hanno avuto finora studi dedicati allo studio della genesi del processo che ha portato al reclutamento di truppe coloniali, così come della filosofia sottesa all’uso di truppe africane. Infine un ultimo indirizzo di ricerca che a mio parere rimane in attesa di maggiore attenzione e quello dedicato allo studio dell’impatto avuto dal reclutamento nelle armate coloniali sulle dinamiche interne al mercato del lavoro nella società coloniale. Anche per quanto riguarda gli studi che rimangono nel filone più classico della storia militare, con poche eccezioni, continua a mancare lo sviluppo di una tradizione di studi dettagliati di corpi d’armata(Quirico, 2002). Tutte queste problematiche rimangono quindi tuttora scarsamente esplorate ed in attesa di essere sviluppate in una prospettiva storiografica di più ampio respiro che esuli dai limiti ristretti della retorica coloniale o del populismo terzomondista post-coloniale. Il presente contributo, da un lato si propone di individuare alcuni dei blocchi di natura metodologica e concettuale che hanno finora limitato gli studi sugli ascari eritrei e più in generale sulle truppe africane impiegate nell’esercito italiano e dall’altro intende evidenziare alcuni nuovi filoni di ricerca che si ritiene potrebbero arricchire notevolmente la conoscenza della storia del colonialismo italiano e dell’Eritrea.
2007
San Marino : Aiep, 1999
Internazionale
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