La questione di Gibilterra non è mai stata trattata in alcuna pubblicazione italiana. Per il Diritto Internazionale Gibilterra è uno dei 16 territori la cui decolonizzazione non ha ancora trovato soluzione presso le Nazioni Unite. Occupata militarmente dagli Inglesi nel 1704, trasformata nel 1830 da “Città e Guarnigione di Gibilterra nel Regno di Spagna” in “Colonia della Corona” (Crown Colony), Gibilterra è, ancor oggi, un dominion di Sua Maestà britannica. La Rocca gode di un’importante posizione strategica sull’omonimo stretto, sia come chiave per il controllo dei traffici tra l’Atlantico ed il Mediterraneo, sia come ponte tra il continente europeo e quello africano, separati, nel punto più stretto, da meno di 13 km. Fin dalla prima occupazione le vicende storiche legate a Gibilterra hanno fatto registrare ripetutamente la volontà spagnola di recuperare la Rocca, anche attraverso reiterate iniziative a livello internazionale. Da un punto di vista prettamente geografico, due sono le aree soggette a negoziato: da un lato la città e la Rocca sulle quali il Regno Unito può vantare un possesso de jure basato sul Trattato di Utrecht del 1713; dall’altro lo spazio dell’istmo sul quale può solo giustificare un possesso de facto fin dal 1938, quando iniziò la costruzione dell’attuale aeroporto. Tutto ciò, inoltre, investe il problema delle acque territoriali e dello spazio aereo. Le prolungate trattative diplomatiche tra Spagna e Regno Unito non hanno avviato a soluzione quella che oggi si presenta come una vera e propria contraddizione geografico-politica: la presenza di un dominion di uno Stato sul territorio di un altro Stato, entrambi appartenenti, sia alla Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, sia all’Unione Europea. Attualmente, poi, la popolazione civile di Gibilterra manifesta sempre più una spiccata identità e la coscienza del proprio peso politico e sociale, cosicché, per una definitiva risoluzione della disputa per Gibilterra sarebbe oggi necessario, conciliare non solo la posizione della Spagna e del Regno Unito, ma anche quella della popolazione della colonia, alla quale il Regno Unito ha espressamente riconosciuto il diritto di autodeterminazione nella nuova Gibraltar Costitution Order del 2006, seppure sottolineando che ciò è limitato da quanto espresso dall’articolo X del Trattato di Utrecht che riconosceva la sovranità spagnola sulla Rocca in caso di rinuncia da parte inglese. A questo proposito proprio il caso di Gibilterra appare quanto mai complesso e contraddittorio, e solo un oculato accordo tra tutte le parti potrà risolvere quello che, all’inizio del XXI secolo, si presenta come un vero e proprio paradosso nello spirito e nel contesto giuridico della stessa Unione Europea.

Gibilterra: dominion britannico in un territorio dell'Unione Europea

ROVATI, Paolo
2007-01-01

Abstract

La questione di Gibilterra non è mai stata trattata in alcuna pubblicazione italiana. Per il Diritto Internazionale Gibilterra è uno dei 16 territori la cui decolonizzazione non ha ancora trovato soluzione presso le Nazioni Unite. Occupata militarmente dagli Inglesi nel 1704, trasformata nel 1830 da “Città e Guarnigione di Gibilterra nel Regno di Spagna” in “Colonia della Corona” (Crown Colony), Gibilterra è, ancor oggi, un dominion di Sua Maestà britannica. La Rocca gode di un’importante posizione strategica sull’omonimo stretto, sia come chiave per il controllo dei traffici tra l’Atlantico ed il Mediterraneo, sia come ponte tra il continente europeo e quello africano, separati, nel punto più stretto, da meno di 13 km. Fin dalla prima occupazione le vicende storiche legate a Gibilterra hanno fatto registrare ripetutamente la volontà spagnola di recuperare la Rocca, anche attraverso reiterate iniziative a livello internazionale. Da un punto di vista prettamente geografico, due sono le aree soggette a negoziato: da un lato la città e la Rocca sulle quali il Regno Unito può vantare un possesso de jure basato sul Trattato di Utrecht del 1713; dall’altro lo spazio dell’istmo sul quale può solo giustificare un possesso de facto fin dal 1938, quando iniziò la costruzione dell’attuale aeroporto. Tutto ciò, inoltre, investe il problema delle acque territoriali e dello spazio aereo. Le prolungate trattative diplomatiche tra Spagna e Regno Unito non hanno avviato a soluzione quella che oggi si presenta come una vera e propria contraddizione geografico-politica: la presenza di un dominion di uno Stato sul territorio di un altro Stato, entrambi appartenenti, sia alla Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, sia all’Unione Europea. Attualmente, poi, la popolazione civile di Gibilterra manifesta sempre più una spiccata identità e la coscienza del proprio peso politico e sociale, cosicché, per una definitiva risoluzione della disputa per Gibilterra sarebbe oggi necessario, conciliare non solo la posizione della Spagna e del Regno Unito, ma anche quella della popolazione della colonia, alla quale il Regno Unito ha espressamente riconosciuto il diritto di autodeterminazione nella nuova Gibraltar Costitution Order del 2006, seppure sottolineando che ciò è limitato da quanto espresso dall’articolo X del Trattato di Utrecht che riconosceva la sovranità spagnola sulla Rocca in caso di rinuncia da parte inglese. A questo proposito proprio il caso di Gibilterra appare quanto mai complesso e contraddittorio, e solo un oculato accordo tra tutte le parti potrà risolvere quello che, all’inizio del XXI secolo, si presenta come un vero e proprio paradosso nello spirito e nel contesto giuridico della stessa Unione Europea.
2007
Internazionale
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