La manifattura di trecce e cappelli di paglia, oggetto in passato di pregevoli studi ed inchieste, è stata trascurata dagli storici accademici italiani fino a quando le ricerche di Mendels hanno riproposto all’attenzione il modello protoindustriale. Al di là della verifica sul versante demografico, condotta da Pescarolo, e sulla scorta delle notazioni di Poni e Fronzoni, tutti gli studi concordano nella necessità adattare il ‘modello’ al caso italiano di industrializzazione tardiva, basata su piccole e medie imprese operanti in settori diversi da quelli della manifattura di trecce e cappelli di paglia. L’indagine ripercorre la storia di questa manifattura nel XIX e XX secolo, individuando le zone nelle quali essa assunse rilievo occupazionale, le limitate innovazioni di prodotto e di processo, la diversa consistenza della borghesia della paglia a Carpi e in Toscana ma, soprattutto, mira a colmare una lacuna, fornendo evidenze sul principale carattere di questa industria, che fu eminentemente esportatrice e rivestì importanza non trascurabile nel commercio estero italiano. Elaborando e omogeneizzando i dati dei volumi del Movimento commerciale del Regno d’Italia per il periodo 1880-1939 si è perciò ricostruitauna serie storica delle esportazioni e delle importazioni di trecce; delle esportazioni – le importazioni essendo trascurabili - di cappelli e dei principali mercati di sbocco sia del semilavorato che del prodotto finito. Se ne evince che le esportazioni delle trecce aumentarono fino al 1907, nonostante la drammatica flessione del prezzo unitario che si ebbe dopo il 1885, a causa della concorrenza di Cina e Giappone e della rottura commerciale con la Francia. La moda della ‘paglietta’ e una maggiore diversificazione degli sbocchi sostennero invece le esportazioni di cappelli, pur tra oscillazioni, fino al 1930, quando la depressione e le politiche protezioniste determinarono un tracollo delle vendite all’estero. In chiusura, alcune considerazioni sulle principali caratteristiche della lavorazione del Fermano introducono alle ricerche presentate nel corso di una giornata di studio dedicata all’industria dei cappelli, in buona parte centrata su vicende e aspetti della manifattura in questa area.

Un’industria esportatrice. La manifattura di trecce e cappelli di paglia nei secoli XIX e XX

SABBATUCCI SEVERINI, Patrizia
2006-01-01

Abstract

La manifattura di trecce e cappelli di paglia, oggetto in passato di pregevoli studi ed inchieste, è stata trascurata dagli storici accademici italiani fino a quando le ricerche di Mendels hanno riproposto all’attenzione il modello protoindustriale. Al di là della verifica sul versante demografico, condotta da Pescarolo, e sulla scorta delle notazioni di Poni e Fronzoni, tutti gli studi concordano nella necessità adattare il ‘modello’ al caso italiano di industrializzazione tardiva, basata su piccole e medie imprese operanti in settori diversi da quelli della manifattura di trecce e cappelli di paglia. L’indagine ripercorre la storia di questa manifattura nel XIX e XX secolo, individuando le zone nelle quali essa assunse rilievo occupazionale, le limitate innovazioni di prodotto e di processo, la diversa consistenza della borghesia della paglia a Carpi e in Toscana ma, soprattutto, mira a colmare una lacuna, fornendo evidenze sul principale carattere di questa industria, che fu eminentemente esportatrice e rivestì importanza non trascurabile nel commercio estero italiano. Elaborando e omogeneizzando i dati dei volumi del Movimento commerciale del Regno d’Italia per il periodo 1880-1939 si è perciò ricostruitauna serie storica delle esportazioni e delle importazioni di trecce; delle esportazioni – le importazioni essendo trascurabili - di cappelli e dei principali mercati di sbocco sia del semilavorato che del prodotto finito. Se ne evince che le esportazioni delle trecce aumentarono fino al 1907, nonostante la drammatica flessione del prezzo unitario che si ebbe dopo il 1885, a causa della concorrenza di Cina e Giappone e della rottura commerciale con la Francia. La moda della ‘paglietta’ e una maggiore diversificazione degli sbocchi sostennero invece le esportazioni di cappelli, pur tra oscillazioni, fino al 1930, quando la depressione e le politiche protezioniste determinarono un tracollo delle vendite all’estero. In chiusura, alcune considerazioni sulle principali caratteristiche della lavorazione del Fermano introducono alle ricerche presentate nel corso di una giornata di studio dedicata all’industria dei cappelli, in buona parte centrata su vicende e aspetti della manifattura in questa area.
2006
Nazionale
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