Le campagne di scavo, cominciate nel 1993 e ancora in corso, hanno consentito dunque di portare in luce una vasta area santuariale con due templi affiancati, con fonti sacre, ambienti ipogeici per il culto e per la raccolta delle acque, e con vaste opere di terrazzamento e di sostruzioni. Tutti i dati archeologici raccolti attestano l’area alla fine del VI secolo dovette essere completamente ristrutturata con l’annullamento di tutte le presenze anche monumentali esistenti, e con un sistematico riempimento e successivo spianamento in vista di una nuova sistemazione, chiaro segno di un intervento di tipo “tirannico” volto alla monumentalizzazione di aree sacre importanti. Le strutture monumentali portate in luce sono costituite da due grandi edifici a pianta rettangolare, nei quali sono stati riconosciuti due templi probabilmente di tipo tuscanico, denominati A e B. I dati di scavo spingono a proporre per la fondazione dei templi, e in particolare per il tempio A, una datazione tra la fine del VI e l’inizio del V sec. a.C. Le campagne del 2006 e 2008 hanno poi consentito di precisare meglio la situazione del tempio A, individuando all’interno tra i resti delle strutture superstiti le tracce di un edificio più antico, in tempio proto A, di cui restano quasi solo le tracce di cavi di fondazione. L’esame dell’area su cui sorge il tempio A mostra in corrispondenza della fronte dell’edificio la presenza di una ampia struttura sotterranea, una vasca che doveva essere in vita insieme al tempio proto A, una fonte sacra, di grande antichità, in cui grande parte doveva dunque avere proprio quell’Herakles cui è dedicata la famosa coppa con Ilioupersis di Onesimos ed Euphronios qui rinvenuta. Tra le terre di riempimento della vasca sono stati rinvenuti materiali che forniscono i limiti cronologici di uso di questo manufatto, tra il secondo quarto del VI secolo (coppe ioniche B2) e la fine del VI secolo (frammenti di un’oinochoe attica a figure nere con Amazzonomachia confrontabile con opere della cerchia di Lysippides del decennio 520-510 a.C.). Dal riempimento viene anche un frammento di ciotola in bucchero di tipo Rasmussen 2 con iscrizione con ductus sinistrorso apa(s), dedica ad Apa, “il padre”, epiclesi di molte divinità maschili, tra le quali era certamente anche Hercle , oltre che antefisse e frammenti di lastre architettoniche di tipi riportabili agli edifici esistenti nell’area nella seconda metà del VI secolo distrutti, come detto, nelle grandi operazioni legate al nuovo piano urbanistico di fine secolo Si può dunque con ragionevolezza ipotizzare che il tempio A (ed il suo precedente, il proto A, con annessa fontana sacra) siano da attribuire ad Hercle, che il tempio B fosse dedicato ad Apollo/Rath e che l’altare tra i due fosse riservato ad Hermes/Turms. Si presentano poi tutte le terracotte architettoniche rinvenute nell’area con le proposte dei sistemi decorativi adottati durante le diverse fasi di ricostruzione.

Scavi e ricerche nell'area sacra di S. Antonio a Cerveteri

RIZZO, MARIA ANTONIETTA
2009-01-01

Abstract

Le campagne di scavo, cominciate nel 1993 e ancora in corso, hanno consentito dunque di portare in luce una vasta area santuariale con due templi affiancati, con fonti sacre, ambienti ipogeici per il culto e per la raccolta delle acque, e con vaste opere di terrazzamento e di sostruzioni. Tutti i dati archeologici raccolti attestano l’area alla fine del VI secolo dovette essere completamente ristrutturata con l’annullamento di tutte le presenze anche monumentali esistenti, e con un sistematico riempimento e successivo spianamento in vista di una nuova sistemazione, chiaro segno di un intervento di tipo “tirannico” volto alla monumentalizzazione di aree sacre importanti. Le strutture monumentali portate in luce sono costituite da due grandi edifici a pianta rettangolare, nei quali sono stati riconosciuti due templi probabilmente di tipo tuscanico, denominati A e B. I dati di scavo spingono a proporre per la fondazione dei templi, e in particolare per il tempio A, una datazione tra la fine del VI e l’inizio del V sec. a.C. Le campagne del 2006 e 2008 hanno poi consentito di precisare meglio la situazione del tempio A, individuando all’interno tra i resti delle strutture superstiti le tracce di un edificio più antico, in tempio proto A, di cui restano quasi solo le tracce di cavi di fondazione. L’esame dell’area su cui sorge il tempio A mostra in corrispondenza della fronte dell’edificio la presenza di una ampia struttura sotterranea, una vasca che doveva essere in vita insieme al tempio proto A, una fonte sacra, di grande antichità, in cui grande parte doveva dunque avere proprio quell’Herakles cui è dedicata la famosa coppa con Ilioupersis di Onesimos ed Euphronios qui rinvenuta. Tra le terre di riempimento della vasca sono stati rinvenuti materiali che forniscono i limiti cronologici di uso di questo manufatto, tra il secondo quarto del VI secolo (coppe ioniche B2) e la fine del VI secolo (frammenti di un’oinochoe attica a figure nere con Amazzonomachia confrontabile con opere della cerchia di Lysippides del decennio 520-510 a.C.). Dal riempimento viene anche un frammento di ciotola in bucchero di tipo Rasmussen 2 con iscrizione con ductus sinistrorso apa(s), dedica ad Apa, “il padre”, epiclesi di molte divinità maschili, tra le quali era certamente anche Hercle , oltre che antefisse e frammenti di lastre architettoniche di tipi riportabili agli edifici esistenti nell’area nella seconda metà del VI secolo distrutti, come detto, nelle grandi operazioni legate al nuovo piano urbanistico di fine secolo Si può dunque con ragionevolezza ipotizzare che il tempio A (ed il suo precedente, il proto A, con annessa fontana sacra) siano da attribuire ad Hercle, che il tempio B fosse dedicato ad Apollo/Rath e che l’altare tra i due fosse riservato ad Hermes/Turms. Si presentano poi tutte le terracotte architettoniche rinvenute nell’area con le proposte dei sistemi decorativi adottati durante le diverse fasi di ricostruzione.
2009
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