This paper illustrates an extensive and articulated research on the presence, use and re-elaboration of Juvenal in the Latin and vernacular production of Francesco Filelfo, from which important novelties emerge. Through the identification of multiple (often implicit) paths of recovery, of both philological and literary character, it shows that the reflection on the Latin poet accompanied the entire intellectual experience of the humanist (going well beyond the reading he made in Siena around 1436), and that the exegesis of some passages was decisive for original rewriting experiments, almost always used for pedagogic purposes. The survey shows that the Tolentinate used manuscripts belonging to the vulgata of Juvenal, in many places corrupted (but certainly he could also draw on the high branches of this tradition), and that he made an extensive use of the scholia recentiora. His analysis of linguistic aspects is often discussed with the support of Greek references, including lexicons: a series of correspondences make it plausible that he could also draw on the grammarian Hesychius.

Il saggio, di grande portata innovativa, illustra un’ampia e articolata ricerca sulla presenza, l’utilizzo e la rielaborazione di Giovenale nella produzione latina e volgare di Francesco Filelfo, dalla quale emergono importanti novità. Attraverso l’individuazione di percorsi di recupero molteplici (spesso impliciti), di carattere sia filologico sia letterario, dimostra che la riflessione intorno al poeta latino accompagnò tutta l’esperienza intellettuale dell’umanista (andando ben oltre la lettura accedemica da lui svolta a Siena intorno al 1436), e che l’esegesi di alcuni passi fu determinante per originali sperimentazioni di riscrittura, quasi sempre impiegate a scopo didattico. L’indagine evidenzia che il Tolentinate si servì di codici della vulgata giovenaliana, in molti punti corrotti (ma sicuramente potè attingere anche ai rami alti di questa tradizione), avvalendosi ampiamente degli scholia recentiora. Di grande rilievo risultano gli aspetti linguistici, spesso discussi dal Filelfo alla stregua di referenti greci, compresi i lessici: una serie di corrispondenze rendono plausibile l’ipotesi che egli abbia potuto attingere anche ad Esichio.

Nobilitare il Medioevo intorno a Giovenale: Filelfo, fra interpretazioni e riscritture

S. Fiaschi
2020-01-01

Abstract

This paper illustrates an extensive and articulated research on the presence, use and re-elaboration of Juvenal in the Latin and vernacular production of Francesco Filelfo, from which important novelties emerge. Through the identification of multiple (often implicit) paths of recovery, of both philological and literary character, it shows that the reflection on the Latin poet accompanied the entire intellectual experience of the humanist (going well beyond the reading he made in Siena around 1436), and that the exegesis of some passages was decisive for original rewriting experiments, almost always used for pedagogic purposes. The survey shows that the Tolentinate used manuscripts belonging to the vulgata of Juvenal, in many places corrupted (but certainly he could also draw on the high branches of this tradition), and that he made an extensive use of the scholia recentiora. His analysis of linguistic aspects is often discussed with the support of Greek references, including lexicons: a series of correspondences make it plausible that he could also draw on the grammarian Hesychius.
2020
Olschki
Il saggio, di grande portata innovativa, illustra un’ampia e articolata ricerca sulla presenza, l’utilizzo e la rielaborazione di Giovenale nella produzione latina e volgare di Francesco Filelfo, dalla quale emergono importanti novità. Attraverso l’individuazione di percorsi di recupero molteplici (spesso impliciti), di carattere sia filologico sia letterario, dimostra che la riflessione intorno al poeta latino accompagnò tutta l’esperienza intellettuale dell’umanista (andando ben oltre la lettura accedemica da lui svolta a Siena intorno al 1436), e che l’esegesi di alcuni passi fu determinante per originali sperimentazioni di riscrittura, quasi sempre impiegate a scopo didattico. L’indagine evidenzia che il Tolentinate si servì di codici della vulgata giovenaliana, in molti punti corrotti (ma sicuramente potè attingere anche ai rami alti di questa tradizione), avvalendosi ampiamente degli scholia recentiora. Di grande rilievo risultano gli aspetti linguistici, spesso discussi dal Filelfo alla stregua di referenti greci, compresi i lessici: una serie di corrispondenze rendono plausibile l’ipotesi che egli abbia potuto attingere anche ad Esichio.
Internazionale
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Fiaschi_Nobilitare-il-Medioevo_2020.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 590.91 kB
Formato Adobe PDF
590.91 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/264615
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact