Nella definizione più conosciuta, data dal rapporto di Brundtland, il termine “sviluppo sostenibile” significa integrare gli obiettivi economici, sociali e ambientali della società, al fine di massimizzare il benessere umano nel presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni (ONU 1987). Negli ultimi anni, quest’ultimo ha rappresentato un importante obiettivo di politica economica per tutti i paesi del Mondo come conseguenza della forte presa di coscienza riguardo ai cambiamenti climatici che hanno portato a numerose problematiche ambientali. Generalmente, le politiche rivolte alla protezione dell’ambiente consistono in una serie di misure orientate a migliorare l'efficienza sul consumo di energia e a ridurre i comportamenti inefficienti. L'utilizzo di tali strumenti, mirati a ridurre la quantità di emissioni e a promuovere la conservazione dell'ambiente in base ad accordi internazionali, in alcuni casi viene tutt’ora scoraggiato da alcuni politici e governi che interpretano queste misure come un peso per lo sviluppo di alcune economie. (Ciaschini and all, 2009) Dopo anni di dialogo difficile e forte il dibattito con i paesi occidentali sulle questioni relative alla tutela dell'ambiente e alla riduzione delle emissioni di CO2, l'emergenza ambientale è ufficialmente entrata nel programma di governo della Cina. Questo è certamente un passo importante verso la realizzazione di un'azione unica contro il cambiamento climatico, tuttavia, la questione ambientale in Cina deve essere affrontata e dibattuta come una "rivoluzione culturale" che coinvolge tutti gli attori del sistema economico, dalle attività produttive ai settori istituzionali. L’incredibile crescita economica della Cina, nel corso degli ultimi tre decenni, è attribuita soprattutto al suo impressionante sviluppo industriale; infatti la Cina ad oggi nonostante i numerosi progressi in tema ambientale, è ancora come uno dei maggiori produttori di emissioni biossido di carbonio (CO2) dovuto soprattutto al massiccio utilizzo del carbone come fonte di energia. (IEA, 2014). Tuttavia, la Cina, sta facendo progressi significativi nella lotta contro i cambiamenti climatici, tra cui l'impegno espresso durante la Conferenza sul Clima di Parigi (COP21) a ridurre al massimo le emissioni di carbonio entro il 2030. Il Governo Cinese, attraverso l’obiettivo di riduzione dell’uso del carbone ad elevate intensità energetica a favore di produzione di energie rinnovabili più pulite, ha chiaramente indicato che il Paese ha già iniziato a spostarsi verso un modello di sviluppo ecologicamente ed economicamente più sostenibile. Il tredicesimo piano quinquennale (2016-2021), in linea con i precedenti, contiene molte proposte di programmi che si rifanno direttamente o indirettamente ai principi dello sviluppo sostenibile: come la riduzione della povertà ed una migliore tutela dell’ambiente. In particolar modo, essi comprendono la riforma dei territori rurali, uno sviluppo industriale meno inquinante e più pulito, la promozione di veicoli ad energie rinnovabili, la protezione delle foreste, una gestione efficiente delle acque, ed un miglioramento del sistema di protezione sociale volto a ridurre il livello di povertà della popolazione. Tuttavia, anche se l'obiettivo politico cinese di costruire una “società socialista armoniosa” non è nuovo, questo ancora non è stato raggiunto. Quindi, alla luce di quanto detto, ci si è chiesti: come può la Cina riequilibrare la sua economia per affrontare al meglio le relative sfide di sradicamento della povertà, riduzione delle ineguaglianze e protezione dell'ambiente? Considerando la seguente domanda di ricerca, l'obiettivo di questo lavoro è studiare l'impatto economico di politiche ambientali volte alla riduzione delle emissioni di CO2 tenendo in considerazione l’analisi di distribuzione del reddito cinese. Il quadro di riferimento scelto, è la matrice di contabilità sociale (SAM) per la Cina per l’anno 2011. All’interno della SAM sono registrati tutti i flussi relativi alla circolare del reddito: produzione, generazione del valore aggiunto, attribuzione primaria e seconda del reddito, utilizzazione del reddito e formazione del capitale il tutto in contesto di economia aperta. I flussi relativi alla domanda intermedia, alla domanda finale, al valore aggiunto, secondo l’origine e la destinazione. Per queste ragioni, la costruzione della matrice di contabilità sociale della Cina (SAM) per il 2011, proposta in questo lavoro, offre un'analisi completa in grado di fornire una migliore comprensione del modo in cui i vari soggetti dell’economia cinese interagiscono tra loro. Successivamente, la SAM per la Cina è stata integrata con conti ambientali per le emissioni di CO2, al fine di includere il collegamento tra l'economia e l'ambiente, esplorando il rapporto tra attività produttive, inquinamento e distribuzione del reddito. Il fine di questo sforzo `e strettamente connesso alle esigenze della teoria per lo studio di aspetti sociali, economici, ambientali e la verifica dell’efficacia delle manovre di policy. L’analisi d’impatto, che può essere condotta avendo a disposizione tale base dati, implica l’implementazione di un modello multi-settoriale esteso basato sulla SAM, considerando esogene le esportazioni, la variazione delle scorte e gli oggetti di valore. Il modello multisettoriale esteso permette di mostrare l’interdipendenza economica fra i settori istituzionali e ed i settori produttivi più inquinanti. La matrice strutturale dell’economia, ricavata dalla soluzione di equilibrio del modello, permette di effettuare un’analisi di impatto relativa agli scenari di policy volte alle riduzioni delle emissioni inquinanti. L'analisi applicata seguirà il flusso circolare del reddito (derivato dalla SAM), per cui inserendo uno shock di politica economica su una data variabile macro è possibile misurare quantitativamente gli effetti diretti e indiretti prodotti sulle altre variabili macro all'interno del ciclo. Seguendo gli obiettivi del 13° piano quinquennale, l'accordo internazionale di azione per il Clima di Parigi e in conformità con i principi dello sviluppo sostenibile, gli interventi dei policy-makers sono mirati a ristrutturare la composizione della domanda finale in modo da raggiunge una riduzione delle emissioni di CO2. Questo lavoro, è stato importante per valutare una nuova struttura della domanda finale in grado di raggiungere un obiettivo composito: la sostenibilità economica ed il miglioramento ambientale. Lo scopo finale della ricerca è dimostrare la possibilità di combinare una politica orientata alla tutela ambientale con una politica che può sostenere le attività delle imprese e delle famiglie.

TOWARD A NEW SUSTAINABLE DEVELOPMENT FOR CHINA: AN ENVIRONMENTAL MULTISECTORAL MODEL USING A SOCIAL ACCOUNTING MATRIX

MENATTA, BARBARA
2017-01-01

Abstract

Nella definizione più conosciuta, data dal rapporto di Brundtland, il termine “sviluppo sostenibile” significa integrare gli obiettivi economici, sociali e ambientali della società, al fine di massimizzare il benessere umano nel presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni (ONU 1987). Negli ultimi anni, quest’ultimo ha rappresentato un importante obiettivo di politica economica per tutti i paesi del Mondo come conseguenza della forte presa di coscienza riguardo ai cambiamenti climatici che hanno portato a numerose problematiche ambientali. Generalmente, le politiche rivolte alla protezione dell’ambiente consistono in una serie di misure orientate a migliorare l'efficienza sul consumo di energia e a ridurre i comportamenti inefficienti. L'utilizzo di tali strumenti, mirati a ridurre la quantità di emissioni e a promuovere la conservazione dell'ambiente in base ad accordi internazionali, in alcuni casi viene tutt’ora scoraggiato da alcuni politici e governi che interpretano queste misure come un peso per lo sviluppo di alcune economie. (Ciaschini and all, 2009) Dopo anni di dialogo difficile e forte il dibattito con i paesi occidentali sulle questioni relative alla tutela dell'ambiente e alla riduzione delle emissioni di CO2, l'emergenza ambientale è ufficialmente entrata nel programma di governo della Cina. Questo è certamente un passo importante verso la realizzazione di un'azione unica contro il cambiamento climatico, tuttavia, la questione ambientale in Cina deve essere affrontata e dibattuta come una "rivoluzione culturale" che coinvolge tutti gli attori del sistema economico, dalle attività produttive ai settori istituzionali. L’incredibile crescita economica della Cina, nel corso degli ultimi tre decenni, è attribuita soprattutto al suo impressionante sviluppo industriale; infatti la Cina ad oggi nonostante i numerosi progressi in tema ambientale, è ancora come uno dei maggiori produttori di emissioni biossido di carbonio (CO2) dovuto soprattutto al massiccio utilizzo del carbone come fonte di energia. (IEA, 2014). Tuttavia, la Cina, sta facendo progressi significativi nella lotta contro i cambiamenti climatici, tra cui l'impegno espresso durante la Conferenza sul Clima di Parigi (COP21) a ridurre al massimo le emissioni di carbonio entro il 2030. Il Governo Cinese, attraverso l’obiettivo di riduzione dell’uso del carbone ad elevate intensità energetica a favore di produzione di energie rinnovabili più pulite, ha chiaramente indicato che il Paese ha già iniziato a spostarsi verso un modello di sviluppo ecologicamente ed economicamente più sostenibile. Il tredicesimo piano quinquennale (2016-2021), in linea con i precedenti, contiene molte proposte di programmi che si rifanno direttamente o indirettamente ai principi dello sviluppo sostenibile: come la riduzione della povertà ed una migliore tutela dell’ambiente. In particolar modo, essi comprendono la riforma dei territori rurali, uno sviluppo industriale meno inquinante e più pulito, la promozione di veicoli ad energie rinnovabili, la protezione delle foreste, una gestione efficiente delle acque, ed un miglioramento del sistema di protezione sociale volto a ridurre il livello di povertà della popolazione. Tuttavia, anche se l'obiettivo politico cinese di costruire una “società socialista armoniosa” non è nuovo, questo ancora non è stato raggiunto. Quindi, alla luce di quanto detto, ci si è chiesti: come può la Cina riequilibrare la sua economia per affrontare al meglio le relative sfide di sradicamento della povertà, riduzione delle ineguaglianze e protezione dell'ambiente? Considerando la seguente domanda di ricerca, l'obiettivo di questo lavoro è studiare l'impatto economico di politiche ambientali volte alla riduzione delle emissioni di CO2 tenendo in considerazione l’analisi di distribuzione del reddito cinese. Il quadro di riferimento scelto, è la matrice di contabilità sociale (SAM) per la Cina per l’anno 2011. All’interno della SAM sono registrati tutti i flussi relativi alla circolare del reddito: produzione, generazione del valore aggiunto, attribuzione primaria e seconda del reddito, utilizzazione del reddito e formazione del capitale il tutto in contesto di economia aperta. I flussi relativi alla domanda intermedia, alla domanda finale, al valore aggiunto, secondo l’origine e la destinazione. Per queste ragioni, la costruzione della matrice di contabilità sociale della Cina (SAM) per il 2011, proposta in questo lavoro, offre un'analisi completa in grado di fornire una migliore comprensione del modo in cui i vari soggetti dell’economia cinese interagiscono tra loro. Successivamente, la SAM per la Cina è stata integrata con conti ambientali per le emissioni di CO2, al fine di includere il collegamento tra l'economia e l'ambiente, esplorando il rapporto tra attività produttive, inquinamento e distribuzione del reddito. Il fine di questo sforzo `e strettamente connesso alle esigenze della teoria per lo studio di aspetti sociali, economici, ambientali e la verifica dell’efficacia delle manovre di policy. L’analisi d’impatto, che può essere condotta avendo a disposizione tale base dati, implica l’implementazione di un modello multi-settoriale esteso basato sulla SAM, considerando esogene le esportazioni, la variazione delle scorte e gli oggetti di valore. Il modello multisettoriale esteso permette di mostrare l’interdipendenza economica fra i settori istituzionali e ed i settori produttivi più inquinanti. La matrice strutturale dell’economia, ricavata dalla soluzione di equilibrio del modello, permette di effettuare un’analisi di impatto relativa agli scenari di policy volte alle riduzioni delle emissioni inquinanti. L'analisi applicata seguirà il flusso circolare del reddito (derivato dalla SAM), per cui inserendo uno shock di politica economica su una data variabile macro è possibile misurare quantitativamente gli effetti diretti e indiretti prodotti sulle altre variabili macro all'interno del ciclo. Seguendo gli obiettivi del 13° piano quinquennale, l'accordo internazionale di azione per il Clima di Parigi e in conformità con i principi dello sviluppo sostenibile, gli interventi dei policy-makers sono mirati a ristrutturare la composizione della domanda finale in modo da raggiunge una riduzione delle emissioni di CO2. Questo lavoro, è stato importante per valutare una nuova struttura della domanda finale in grado di raggiungere un obiettivo composito: la sostenibilità economica ed il miglioramento ambientale. Lo scopo finale della ricerca è dimostrare la possibilità di combinare una politica orientata alla tutela ambientale con una politica che può sostenere le attività delle imprese e delle famiglie.
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