L’abbigliamento rappresenta un aspetto che connota profondamente le "civilités" ed è in grado a tutti gli effetti di rivelarne i codici. È un fatto sociale globale e le convenzioni che regolano i modi di vestirsi e di abbigliarsi – in breve il “sistema della moda” – sono interconnesse agli aspetti della cultura materiale, alle leggi dell’economia e della politica, agli imperativi etici. Implicano questioni rilevanti, quali la rappresentazione simbolica del potere e delle gerarchie, i segni di appartenenza ad essi, le dinamiche di stabilità e di mobilità sociale . Processi in continuo conflitto e adeguamento nel tessuto connettivo delle società di antico regime, in cui l'insieme di “costume” collettivo e di “abbigliamento” individuale assume il valore di codice produttore di senso e da elemento di caratterizzazione sociale si trasforma in modulo comunicativo. In questo senso la parrucca racchiude in sé in modo esemplare il valore di codice polisemantico. La sua diffusione pervasiva – si direbbe il trionfo – dalla metà del secolo XVII alla fine del XVIII è diventato un capitolo simbolico della storia culturale europea. Da semplice accessorio, o da presidio per ripararsi dal freddo, come pure fu intesa, la parrucca si trasformò ben presto in un oggetto di culto, dalle fogge e dimensioni più disparate, e raggiunse l’apoteosi nel lungo periodo di regno di Luigi XIV, il Re Sole (1643-1715). L'opuscolo preso in esame si è rivelato un "pastiche" letterario, la trasposizione/traduzione in italiano di un testo burlesco, parodia e satira sottile del costume dell'epoca. Dietro il surreale gioco degli specchi di personaggi irreali si nasconde – e il camuffamento si è svelato in letteratura solo di recente – Jean-Henri Marchand (+1785), autore prolifico del XVIII secolo, ancora poco noto per la difficoltà dell’attribuzione delle opere, pubblicate per lo più in forma anonima o con pseudonimi. Malgrado la genericità della formula sottoscrittoria «Si vende alla Libreria del Graziosi a S. Salvador e presso tutti li Libraj che vendono le novità», si è accertato che siamo di fronte a un’operazione orchestrata nella bottega del libraio-editore Antonio Graziosi (Venezia, 1741-1818), interprete attento e spregiudicato del gusto dei lettori del tempo, interessati alle opere di intrattenimento e alle notizie di attualità.

Il trionfo della parrucca. Modelli e nomenclatura dall’"Enciclopedia per pettinarsi" del conciateste Bartelemi (Venezia 1769)

BORRACCINI, Rosa Marisa
2017-01-01

Abstract

L’abbigliamento rappresenta un aspetto che connota profondamente le "civilités" ed è in grado a tutti gli effetti di rivelarne i codici. È un fatto sociale globale e le convenzioni che regolano i modi di vestirsi e di abbigliarsi – in breve il “sistema della moda” – sono interconnesse agli aspetti della cultura materiale, alle leggi dell’economia e della politica, agli imperativi etici. Implicano questioni rilevanti, quali la rappresentazione simbolica del potere e delle gerarchie, i segni di appartenenza ad essi, le dinamiche di stabilità e di mobilità sociale . Processi in continuo conflitto e adeguamento nel tessuto connettivo delle società di antico regime, in cui l'insieme di “costume” collettivo e di “abbigliamento” individuale assume il valore di codice produttore di senso e da elemento di caratterizzazione sociale si trasforma in modulo comunicativo. In questo senso la parrucca racchiude in sé in modo esemplare il valore di codice polisemantico. La sua diffusione pervasiva – si direbbe il trionfo – dalla metà del secolo XVII alla fine del XVIII è diventato un capitolo simbolico della storia culturale europea. Da semplice accessorio, o da presidio per ripararsi dal freddo, come pure fu intesa, la parrucca si trasformò ben presto in un oggetto di culto, dalle fogge e dimensioni più disparate, e raggiunse l’apoteosi nel lungo periodo di regno di Luigi XIV, il Re Sole (1643-1715). L'opuscolo preso in esame si è rivelato un "pastiche" letterario, la trasposizione/traduzione in italiano di un testo burlesco, parodia e satira sottile del costume dell'epoca. Dietro il surreale gioco degli specchi di personaggi irreali si nasconde – e il camuffamento si è svelato in letteratura solo di recente – Jean-Henri Marchand (+1785), autore prolifico del XVIII secolo, ancora poco noto per la difficoltà dell’attribuzione delle opere, pubblicate per lo più in forma anonima o con pseudonimi. Malgrado la genericità della formula sottoscrittoria «Si vende alla Libreria del Graziosi a S. Salvador e presso tutti li Libraj che vendono le novità», si è accertato che siamo di fronte a un’operazione orchestrata nella bottega del libraio-editore Antonio Graziosi (Venezia, 1741-1818), interprete attento e spregiudicato del gusto dei lettori del tempo, interessati alle opere di intrattenimento e alle notizie di attualità.
2017
978-88-6056-517-4
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