Il bene archeologico, insieme all’arte e all’eno-gastronomia, rappresenta da sempre un privilegiato canale di identità culturale, un aspetto-chiave per la misurazione del brand nel nostro paese, una cross cultural door cara a visitatori e intellettuali di ogni nazionalità. Nonostante ciò nelle classifiche dei paesi più attrattivi per l’offerta turistico-ricettiva in ambito archeologico l’Italia si colloca molto indietro. Archeologia, dunque, come indiscussa risorsa antica, ad oggi però ancora fondamentalmente estranea ad una nuova visione socio-culturale, politica ed economica, che ne faccia un imprescindibile strumento, per valorizzare l’immagine del paese, sviluppare incoming tourism, veicolare conoscenza tra i popoli. Partendo da questi presupposti, si è cercato di indagare sulle ragioni di questa antinomia, sia analizzando il tipo di pubblico straniero interessato al nostro archaeologic heritage, sia studiandone la percezione. Si è tentato, altresì, di capire, se quel modo di ‘guardare’ si sia strutturato nei secoli in un presupposto culturale che condizioni ancora oggi e se sia possibile instaurare un rapporto tra tale approccio e la percezione che noi stessi abbiamo oggi di questo capitale. Come caso di studio è stata adottata la realtà di Macerata, piccolo centro della provincia italiana medio-adriatica.

Il patrimonio archeologico nella percezione del pubblico straniero: il caso maceratese

STORTONI, EMANUELA
2016-01-01

Abstract

Il bene archeologico, insieme all’arte e all’eno-gastronomia, rappresenta da sempre un privilegiato canale di identità culturale, un aspetto-chiave per la misurazione del brand nel nostro paese, una cross cultural door cara a visitatori e intellettuali di ogni nazionalità. Nonostante ciò nelle classifiche dei paesi più attrattivi per l’offerta turistico-ricettiva in ambito archeologico l’Italia si colloca molto indietro. Archeologia, dunque, come indiscussa risorsa antica, ad oggi però ancora fondamentalmente estranea ad una nuova visione socio-culturale, politica ed economica, che ne faccia un imprescindibile strumento, per valorizzare l’immagine del paese, sviluppare incoming tourism, veicolare conoscenza tra i popoli. Partendo da questi presupposti, si è cercato di indagare sulle ragioni di questa antinomia, sia analizzando il tipo di pubblico straniero interessato al nostro archaeologic heritage, sia studiandone la percezione. Si è tentato, altresì, di capire, se quel modo di ‘guardare’ si sia strutturato nei secoli in un presupposto culturale che condizioni ancora oggi e se sia possibile instaurare un rapporto tra tale approccio e la percezione che noi stessi abbiamo oggi di questo capitale. Come caso di studio è stata adottata la realtà di Macerata, piccolo centro della provincia italiana medio-adriatica.
2016
978-88-6056-498-6
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