La Biblioteca civica sarnanese – al pari di molte altre biblioteche italiane – è sorta come istituto collettore di precedenti organismi librari autonomi appartenuti alle corporazioni religiose, le cui vicende secolari sono state interrotte traumaticamente nel tempo dalle replicate leggi di soppressione e confisca. I fondi librari claustrali, inglobati dopo l’Unità nella costituenda biblioteca pubblica, persero la loro singola identità ma i libri, scorporati dal nucleo originario, continuarono a vivere insieme sebbene confusi con quelli di altra provenienza. Opportunamente interrogati, essi sono in grado di guidarci nel duplice obiettivo di restituire la configurazione degli organismi primigeni e di consentire all'organismo collettore la distinzione e il riconoscimento dei propri fondi, liberandoli dalla dimensione stratificata e indefinita di sedimenti bibliografici genericamente etichettati come 'fondo antico'. Gli uomini dei chiostri, infatti, hanno intrattenuto un rapporto privilegiato con i propri libri che in molti casi hanno rivendicato e personalizzato. E i libri parlano, raccontano di sé e della propria storia, con le dichiarazioni esplicite e i contrassegni presenti sugli esemplari pervenuti: gli ex libris, le formule di appartenenza, le annotazioni, le antiche segnature di collocazione, le legature. Così la fisionomia degli organismi librari claustrali e dei singoli personaggi che li hanno formati e accresciuti nel tempo può essere ridisegnata, sia attraverso la tipologia letteraria del patrimonio, sia attraverso l'intreccio dei segnali bibliologici depositati sulle copie superstiti, che rivelano i percorsi seguiti e l'ordito di relazioni intellettuali, amicali e parentali intessuto dai possessori.

Biblioteche come reti di relazione: i libri del cardinale Costanzo Torri e del suo entourage nella Biblioteca comunale di Sarnano

BORRACCINI, Rosa Marisa
2016-01-01

Abstract

La Biblioteca civica sarnanese – al pari di molte altre biblioteche italiane – è sorta come istituto collettore di precedenti organismi librari autonomi appartenuti alle corporazioni religiose, le cui vicende secolari sono state interrotte traumaticamente nel tempo dalle replicate leggi di soppressione e confisca. I fondi librari claustrali, inglobati dopo l’Unità nella costituenda biblioteca pubblica, persero la loro singola identità ma i libri, scorporati dal nucleo originario, continuarono a vivere insieme sebbene confusi con quelli di altra provenienza. Opportunamente interrogati, essi sono in grado di guidarci nel duplice obiettivo di restituire la configurazione degli organismi primigeni e di consentire all'organismo collettore la distinzione e il riconoscimento dei propri fondi, liberandoli dalla dimensione stratificata e indefinita di sedimenti bibliografici genericamente etichettati come 'fondo antico'. Gli uomini dei chiostri, infatti, hanno intrattenuto un rapporto privilegiato con i propri libri che in molti casi hanno rivendicato e personalizzato. E i libri parlano, raccontano di sé e della propria storia, con le dichiarazioni esplicite e i contrassegni presenti sugli esemplari pervenuti: gli ex libris, le formule di appartenenza, le annotazioni, le antiche segnature di collocazione, le legature. Così la fisionomia degli organismi librari claustrali e dei singoli personaggi che li hanno formati e accresciuti nel tempo può essere ridisegnata, sia attraverso la tipologia letteraria del patrimonio, sia attraverso l'intreccio dei segnali bibliologici depositati sulle copie superstiti, che rivelano i percorsi seguiti e l'ordito di relazioni intellettuali, amicali e parentali intessuto dai possessori.
2016
978-88-99702-00-7
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