Col presente lavoro ci si propone di esplorare i territori dell’« astrazione », linguistica, semantica e valoriale, altamente significativi nella narrazione delle Cent Nouvelles nouvelles, l’anonima raccolta borgognona del XV secolo in cui tanta parte hanno invece le concrete avventure del corpo. Tali processi, grandemente testogenetici , rimodellano le modalità narrative di storie che vedono nel medio francese una lingua adatta ad esprimerne i contorni, dicendone tutta l’ambiguità: la nouvelleté programmatica delle novelle appare in questa loro capacità di « mentir vrai », di creare la parvenza del « concreto » con parole spogliate della loro carne, in un gioco che, prima di Rabelais, fa dell’acteur il primo « abstracteur » (come Alcofrybas Nasier), che pesa e soppesa, annusa e odora. L'originalità dello studio consiste nel fondare l'analisi letteraria delle novelle quattrocentesche su approcci variegati, che vanno dallo stilistico allo storico-linguistico. Le ricerche, ruotando attorno alla narratività tardomedievale, mirano al recupero di momenti culturali caratterizzati dalla ‘mutazione’ (prospettiva sincronica) più che dalla ‘transizione’ (dimensione diacronica), sul piano delle forme, dei contenuti, ma anche delle sensibilità dell'epoca. Tale prospettiva, in senso più ampio, ha già meritato apprezzamenti da parte della critica internazionale. Ad esempio, Estelle Doudet, recensendo un lavoro di Alexandra Vélissariou sulle Cent Nouvelles nouvelles, scrive: "En s’appuyant sur les travaux décisifs de Nelly Labère et Luca Pierdominici entre autres, Alexandra Vélissariou propose une étude précise des composants narratifs qui donnent aux nouvelles leur caractère dramatique (...)" (cfr. https://peme.revues.org/8968?lang=it ); analogamente, commentando lo stesso lavoro, N. Labère afferma: " Après la monographie de Roger Dubuis sur Les Cent Nouvelles Nouvelles, une nouvelle monographie était attendue pour renouveler les entrées thématiques (espace, temps, personnages, etc.) de l’étude de 1973 et proposer une analyse revivifiée par les travaux actuels sur le genre de la nouvelle en France (Labère, Laguardia, Pierdominici). C’est ce que se propose de faire Alexandra Velissariou (...)" (Cfr. https://crm.revues.org/13185 ).

La Disincarnazione del corpo nelle Cent Nouvelles Nouvelles

PIERDOMINICI, LUCA
2014-01-01

Abstract

Col presente lavoro ci si propone di esplorare i territori dell’« astrazione », linguistica, semantica e valoriale, altamente significativi nella narrazione delle Cent Nouvelles nouvelles, l’anonima raccolta borgognona del XV secolo in cui tanta parte hanno invece le concrete avventure del corpo. Tali processi, grandemente testogenetici , rimodellano le modalità narrative di storie che vedono nel medio francese una lingua adatta ad esprimerne i contorni, dicendone tutta l’ambiguità: la nouvelleté programmatica delle novelle appare in questa loro capacità di « mentir vrai », di creare la parvenza del « concreto » con parole spogliate della loro carne, in un gioco che, prima di Rabelais, fa dell’acteur il primo « abstracteur » (come Alcofrybas Nasier), che pesa e soppesa, annusa e odora. L'originalità dello studio consiste nel fondare l'analisi letteraria delle novelle quattrocentesche su approcci variegati, che vanno dallo stilistico allo storico-linguistico. Le ricerche, ruotando attorno alla narratività tardomedievale, mirano al recupero di momenti culturali caratterizzati dalla ‘mutazione’ (prospettiva sincronica) più che dalla ‘transizione’ (dimensione diacronica), sul piano delle forme, dei contenuti, ma anche delle sensibilità dell'epoca. Tale prospettiva, in senso più ampio, ha già meritato apprezzamenti da parte della critica internazionale. Ad esempio, Estelle Doudet, recensendo un lavoro di Alexandra Vélissariou sulle Cent Nouvelles nouvelles, scrive: "En s’appuyant sur les travaux décisifs de Nelly Labère et Luca Pierdominici entre autres, Alexandra Vélissariou propose une étude précise des composants narratifs qui donnent aux nouvelles leur caractère dramatique (...)" (cfr. https://peme.revues.org/8968?lang=it ); analogamente, commentando lo stesso lavoro, N. Labère afferma: " Après la monographie de Roger Dubuis sur Les Cent Nouvelles Nouvelles, une nouvelle monographie était attendue pour renouveler les entrées thématiques (espace, temps, personnages, etc.) de l’étude de 1973 et proposer une analyse revivifiée par les travaux actuels sur le genre de la nouvelle en France (Labère, Laguardia, Pierdominici). C’est ce que se propose de faire Alexandra Velissariou (...)" (Cfr. https://crm.revues.org/13185 ).
2014
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