Negli ultimi anni si assiste in Italia a un cambiamento di prospettiva nella didattica e nella comunicazione archeologica che evidenzia come nelle recenti attività educative per i pubblici dell’archeologia siano confl uiti approcci e pratiche che vedono sovrapporsi, e in parte coincidere, la nuova consapevolezza del ruolo educativo del patrimonio culturale emersa nella rifl essione e nella prassi della heritage education, soprattutto a livello europeo, da una parte; dall’altra, il nuovo approccio “globale” alla gestione del patrimonio archeologico proposto dalla public archaeology di stampo anglosassone. Si profila così una “archeologia educativa”, non delegata ad altri mediatori ma condotta e offerta in prima persona dagli stessi archeologi con obiettivi e fi nalità educativi, sociali e culturali: in primo luogo trasmettere conoscenze e competenze che mettano il pubblico in grado di comprendere il dato archeologico e lo stesso signifi cato dello scavo; in secondo luogo, adottare modalità comunicative ed educative differenziate e innovative in grado di raggiungere e ampliare il proprio pubblico, rispondendo così ai nuovi bisogni sociali di inclusione e di partecipazione culturale; infine, ma non meno importante, riaffermare il valore del patrimonio, come anche della stessa disciplina, come un valore condiviso e come una possibilità di crescita per i cittadini, per le singole comunità, per la società nel suo complesso.

Archeologi educatori. Tendenze attuali per un’archeologia educativa in Italia, tra heritage education e public archaeology

BRUNELLI, MARTA
2013-01-01

Abstract

Negli ultimi anni si assiste in Italia a un cambiamento di prospettiva nella didattica e nella comunicazione archeologica che evidenzia come nelle recenti attività educative per i pubblici dell’archeologia siano confl uiti approcci e pratiche che vedono sovrapporsi, e in parte coincidere, la nuova consapevolezza del ruolo educativo del patrimonio culturale emersa nella rifl essione e nella prassi della heritage education, soprattutto a livello europeo, da una parte; dall’altra, il nuovo approccio “globale” alla gestione del patrimonio archeologico proposto dalla public archaeology di stampo anglosassone. Si profila così una “archeologia educativa”, non delegata ad altri mediatori ma condotta e offerta in prima persona dagli stessi archeologi con obiettivi e fi nalità educativi, sociali e culturali: in primo luogo trasmettere conoscenze e competenze che mettano il pubblico in grado di comprendere il dato archeologico e lo stesso signifi cato dello scavo; in secondo luogo, adottare modalità comunicative ed educative differenziate e innovative in grado di raggiungere e ampliare il proprio pubblico, rispondendo così ai nuovi bisogni sociali di inclusione e di partecipazione culturale; infine, ma non meno importante, riaffermare il valore del patrimonio, come anche della stessa disciplina, come un valore condiviso e come una possibilità di crescita per i cittadini, per le singole comunità, per la società nel suo complesso.
2013
CENTRO EDIZIONI UNIVERSITA' DI MACERATA - EUM
Internazionale
http://riviste.unimc.it/index.php/cap-cult/article/view/675
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