- Analizzare lo stato dell’arte circa l’alternativa tra fondamentale e storico evidenziando in entrambi gli ambiti il posto riservato al concetto di differenza declinato in senso antropologico; - Indagare le risorse e i limiti del paradigma della narrazione applicato all’etica. Ci si propone di rintracciare una definizione condivisa di etica narrativa e sottolinearne il ruolo di mediatrice tra etica della prima e della terza persona, tra dimensione privata e dimensione pubblica; - Sottoporre il concetto di differenza alla prova della narrazione e verificare come la dimensione religiosa possa risultare preservata e incentivata dal medium narrativo; - Verificare la portata di tale incentivazione nel dibattito pubblico, mettendo in evidenza che attraverso la narrazione non è necessaria alcuna messa in parentesi, propria invece della riduzione esclusivamente argomentativa della fede; - Verificare la capacità dialogica e di apertura che la narrazione consente, pur preservando e valorizzando il contenuto specifico del messaggio religioso; - Abbozzare, infine, un universalismo di percorso che non è impositivo proprio perché non rende in-differenti le differenze, ma, al contempo, non fa di queste ultime altrettante barriere invalicabili.

Il fondamentale e lo storico: l’articolazione narrativa delle differenze

ALICI, Luigino;Pierosara Silvia
In corso di stampa

Abstract

- Analizzare lo stato dell’arte circa l’alternativa tra fondamentale e storico evidenziando in entrambi gli ambiti il posto riservato al concetto di differenza declinato in senso antropologico; - Indagare le risorse e i limiti del paradigma della narrazione applicato all’etica. Ci si propone di rintracciare una definizione condivisa di etica narrativa e sottolinearne il ruolo di mediatrice tra etica della prima e della terza persona, tra dimensione privata e dimensione pubblica; - Sottoporre il concetto di differenza alla prova della narrazione e verificare come la dimensione religiosa possa risultare preservata e incentivata dal medium narrativo; - Verificare la portata di tale incentivazione nel dibattito pubblico, mettendo in evidenza che attraverso la narrazione non è necessaria alcuna messa in parentesi, propria invece della riduzione esclusivamente argomentativa della fede; - Verificare la capacità dialogica e di apertura che la narrazione consente, pur preservando e valorizzando il contenuto specifico del messaggio religioso; - Abbozzare, infine, un universalismo di percorso che non è impositivo proprio perché non rende in-differenti le differenze, ma, al contempo, non fa di queste ultime altrettante barriere invalicabili.
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