L’esistenza di una norma internazionale che accoglie il principio aut dedere aut judicare è fatta risalire tradizionalmente all’elaborazione del De Jure Bellis ac Pacis (1625) di Grozio. Tuttavia, nel corso dei secoli, l’esistenza di un tale obbligo è stata oggetto di un ampio e articolato dibattito in dottrina e solo a partire dal secondo dopoguerra si può affermare con certezza che il principio espresso nella massima groziana si sia tradotto in una vera è propria norma positiva, essendo stato accolto in numerose convenzioni internazionali. L’indagine condotta in questo Volume ha accertato come l’originale formula groziana sia stata recepita e sia evoluta nel diritto internazionale contemporaneo. La prima operazione che è stata condotta è quella relativa all’analisi delle diverse convenzioni internazionali che hanno incluso al loro interno una clausola aut dedere aut judicare, con l’obiettivo di far emergere le peculiarità redazionali che distinguono i diversi testi e che si ripercuotono necessariamente in una diversa articolazione di obblighi a carico degli Stati contraenti. Si è proceduto poi ad esaminare il contenuto delle due opzioni incluse nei modelli convenzionali precedentemente delineati, col fine di individuare i condizionamenti a cui gli Stati sono sottoposti nell’ottemperare ai vincoli convenzionali assunti. A questo punto dell’indagine, ci si è soffermati sulla evoluzione della natura giuridica del principio aut dedere aut judicare, al fine di verificare se esso sia assurto al rango di norma consuetudinaria, almeno in relazione alla repressione di alcune fattispecie criminali. L’ultima parte dell’indagine intorno alla clausola aut dedere aut judicare ha riguardato l’esistenza di meccanismi a garanzia dell’applicazione di detta clausola al fine di chiarire come essa si sia integrata nell’attuale sistema di giustizia penale internazionale, costituendone un elemento fondamentale.
L'obbligo aut dedere aut judicare nel diritto internazionale
CALIGIURI, ANDREA
2012-01-01
Abstract
L’esistenza di una norma internazionale che accoglie il principio aut dedere aut judicare è fatta risalire tradizionalmente all’elaborazione del De Jure Bellis ac Pacis (1625) di Grozio. Tuttavia, nel corso dei secoli, l’esistenza di un tale obbligo è stata oggetto di un ampio e articolato dibattito in dottrina e solo a partire dal secondo dopoguerra si può affermare con certezza che il principio espresso nella massima groziana si sia tradotto in una vera è propria norma positiva, essendo stato accolto in numerose convenzioni internazionali. L’indagine condotta in questo Volume ha accertato come l’originale formula groziana sia stata recepita e sia evoluta nel diritto internazionale contemporaneo. La prima operazione che è stata condotta è quella relativa all’analisi delle diverse convenzioni internazionali che hanno incluso al loro interno una clausola aut dedere aut judicare, con l’obiettivo di far emergere le peculiarità redazionali che distinguono i diversi testi e che si ripercuotono necessariamente in una diversa articolazione di obblighi a carico degli Stati contraenti. Si è proceduto poi ad esaminare il contenuto delle due opzioni incluse nei modelli convenzionali precedentemente delineati, col fine di individuare i condizionamenti a cui gli Stati sono sottoposti nell’ottemperare ai vincoli convenzionali assunti. A questo punto dell’indagine, ci si è soffermati sulla evoluzione della natura giuridica del principio aut dedere aut judicare, al fine di verificare se esso sia assurto al rango di norma consuetudinaria, almeno in relazione alla repressione di alcune fattispecie criminali. L’ultima parte dell’indagine intorno alla clausola aut dedere aut judicare ha riguardato l’esistenza di meccanismi a garanzia dell’applicazione di detta clausola al fine di chiarire come essa si sia integrata nell’attuale sistema di giustizia penale internazionale, costituendone un elemento fondamentale.File | Dimensione | Formato | |
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