La natura esplorativa della presente ricerca suggerisce considerazioni di sintesi piuttosto che vere e proprie conclusioni. Lo scenario economico attuale propone alle imprese agricole alcune vie di diversificazione strategica e un ventaglio di tecniche comunicative strettamente correlato con esse. Il caso della regione Marche ha suggerito di prendere in considerazione, tra le prime, l’offerta di CT e, del secondo, l’uso degli strumenti Web più comuni nei contatti con la clientela potenziale. L’incrocio fra offerta di CT e comunicazione on-line dà origine a forme di attività che appartengono al tempo stesso al mondo agricolo e a quello dei servizi e si svolgono in ambienti fisici e socio-economici che, per semplificazione, si è soliti distinguere, dualisticamente, in rurali e urbani, ma che, in effetti, rappresentano territori molto diversificati, spesso reciprocamente sfumati e molto più complessi che in apparenza. Alla luce di ciò, la categoria, che proponiamo, di turismo countryside non deve intendersi quale un vezzo dettato dalla voglia di “spaccare in quattro il capello definitorio”, ma strettamente connessa con l’obiettivo di scandagliare più a fondo gli sviluppi del mondo reale. L’intrinseca eterogeneità socio-economico-territoriale che caratterizza il CT delle Marche, al pari del resto, a nostro parere, di quanto avviene in altre regioni italiane ha indirizzato il nostro studio su un approccio di sviluppo locale. Quindi lungo una linea teorica che consente la lettura del CT su base territoriale, invece che aziendale o settoriale, pure in vista di una comprensione più profonda della capacità di questo segmento dell’offerta turistica di resistere all’attacco della globalizzazione, da parte cioè di interi sistemi geo-economici. Tale “resistenza” dipende e non poco dall’attitudine ad arricchire le forme della comunicazione d’impresa cogli strumenti consentiti dalla ramificazione del Web. I nostri quesiti sul radicamento territoriale del CT, sui suoi rapporti con l’agricoltura e con le specificità dei luoghi sono stati, in buona misura, soddisfatti dai risultati dell’analisi statistica. Le stime ottenute evidenziano che condizioni favorevoli allo sviluppo del CT si danno laddove più forte è l’offerta turistica convenzionale (cioè extra-countryside). In chiave più articolata riusciamo anche a intravvedere un modello di CT, che si insedia nelle aree interne della regione, dotate di attrattive paesaggistiche, eno-gastronomiche, culturali in senso lato. Un modello tipico di territori che diverso tempo fa definivamo, in modo un po’ drastico, marginali, e che all’agricoltura possono offrire percorsi evolutivi incentrati su quelle attrattive e quindi sulla trasformazione della cosiddetta multifunzionalità della pratica agricola in trans-settorialità produttiva. Per quanto riguarda la diffusione dei web-tool nel CT, l’analisi ha messo in luce che nei SLL a maggior grado di sviluppo si ricorre di più alla comunicazione on-line, con ogni probabilità grazie all’addensamento dei flussi comunicativi che lo sviluppo, appunto, porta con sé. La stessa propensione a comunicare on-line è influenzata da variabili territoriali diverse da quelle che favoriscono il radicamento dello stesso CT e risente in misura che s’intuisce elevata di fattori idiosincratici.

Il turismo countryside delle Marche: caratteristiche territoriali e comunicazione on-line

CORINTO, GIAN LUIGI;
2012-01-01

Abstract

La natura esplorativa della presente ricerca suggerisce considerazioni di sintesi piuttosto che vere e proprie conclusioni. Lo scenario economico attuale propone alle imprese agricole alcune vie di diversificazione strategica e un ventaglio di tecniche comunicative strettamente correlato con esse. Il caso della regione Marche ha suggerito di prendere in considerazione, tra le prime, l’offerta di CT e, del secondo, l’uso degli strumenti Web più comuni nei contatti con la clientela potenziale. L’incrocio fra offerta di CT e comunicazione on-line dà origine a forme di attività che appartengono al tempo stesso al mondo agricolo e a quello dei servizi e si svolgono in ambienti fisici e socio-economici che, per semplificazione, si è soliti distinguere, dualisticamente, in rurali e urbani, ma che, in effetti, rappresentano territori molto diversificati, spesso reciprocamente sfumati e molto più complessi che in apparenza. Alla luce di ciò, la categoria, che proponiamo, di turismo countryside non deve intendersi quale un vezzo dettato dalla voglia di “spaccare in quattro il capello definitorio”, ma strettamente connessa con l’obiettivo di scandagliare più a fondo gli sviluppi del mondo reale. L’intrinseca eterogeneità socio-economico-territoriale che caratterizza il CT delle Marche, al pari del resto, a nostro parere, di quanto avviene in altre regioni italiane ha indirizzato il nostro studio su un approccio di sviluppo locale. Quindi lungo una linea teorica che consente la lettura del CT su base territoriale, invece che aziendale o settoriale, pure in vista di una comprensione più profonda della capacità di questo segmento dell’offerta turistica di resistere all’attacco della globalizzazione, da parte cioè di interi sistemi geo-economici. Tale “resistenza” dipende e non poco dall’attitudine ad arricchire le forme della comunicazione d’impresa cogli strumenti consentiti dalla ramificazione del Web. I nostri quesiti sul radicamento territoriale del CT, sui suoi rapporti con l’agricoltura e con le specificità dei luoghi sono stati, in buona misura, soddisfatti dai risultati dell’analisi statistica. Le stime ottenute evidenziano che condizioni favorevoli allo sviluppo del CT si danno laddove più forte è l’offerta turistica convenzionale (cioè extra-countryside). In chiave più articolata riusciamo anche a intravvedere un modello di CT, che si insedia nelle aree interne della regione, dotate di attrattive paesaggistiche, eno-gastronomiche, culturali in senso lato. Un modello tipico di territori che diverso tempo fa definivamo, in modo un po’ drastico, marginali, e che all’agricoltura possono offrire percorsi evolutivi incentrati su quelle attrattive e quindi sulla trasformazione della cosiddetta multifunzionalità della pratica agricola in trans-settorialità produttiva. Per quanto riguarda la diffusione dei web-tool nel CT, l’analisi ha messo in luce che nei SLL a maggior grado di sviluppo si ricorre di più alla comunicazione on-line, con ogni probabilità grazie all’addensamento dei flussi comunicativi che lo sviluppo, appunto, porta con sé. La stessa propensione a comunicare on-line è influenzata da variabili territoriali diverse da quelle che favoriscono il radicamento dello stesso CT e risente in misura che s’intuisce elevata di fattori idiosincratici.
2012
FRANCO ANGELI
Internazionale
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